Il giorno 15 Giugno Cretone festeggia il suo santo Patrono, San Vito .
Un Santo di origine antiche, che antichi scritti danno nato in Sicilia e vissuto nell'Italia del Sud tra la Sicilia e l'attuale Basilicata.
Durante la festa viene celebrata una messa presso la chiesa dell'Immacolata Concezione e poi viene portata per le vie del paese la macchina, di 4 quintali circa, con sopra la statua del santo.
Questa viene portata a spalla da alcuni volontari.
I riti religiosi comprendono anche una visita ai cimiteri per il giorno successivo, il 16 Giugno(detto in "gergo" di "Santo Vitillo"), per portare un saluto ai defunti.
articolo tratto da wikipedia
San Vito di Lucania o San Vito Martire (Mazara del Vallo, III secolo – Lucania, 28 giugno 303) venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica è un Santo molto importante anche per la Chiesa ortodossa serba e quella bulgara, la sua ricorrenza è osservata nel giorno del 15 giugno del Calendario giuliano che corrisponde al nostro 28 giugno del Calendario gregoriano.
Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine, anche se, secondo testimonianze di scarso valore storico, sarebbe nato in Sicilia da padre pagano. Sarebbe stato incarcerato sette anni a causa della sua fede cristiana.
Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine, ma la tradizione lo vuole nato in Sicilia da padre pagano. Secondo una passio del VII secolo il fanciullo siciliano Vito, dopo aver operato già molti miracoli, sarebbe stato fatto arrestare dal preside Valeriano su istigazione del proprio padre. Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza che però avesse rinnegato la propria fede; sarebbe stato liberato miracolosamente da un angelo e si sarebbe recato, insieme al precettore Modesto e alla nutrice Crescenzia, in Lucania per continuare il suo apostolato.
Acquistata sempre maggior fama presso il popolo dei fedeli, condotto a Roma, sarebbe stato perfino supplicato dall'imperatore Diocleziano di liberare il figlio dal demonio (forse si trattava di epilessia) ma, ottenuto il miracolo, Diocleziano gli si sarebbe scagliato contro, facendolo imprigionare e torturare. Dopo essere stato nuovamente liberato dall'angelo, ritornando presso il fiume Sele, presso l'antica Eburum, attuale Eboli, Vito fu martirizzato, presumibilmente nell'anno 303, con la nutrice Crescenzia e il precettore Modesto.
Un'altra leggenda devozionale lo vede protagonista sempre in Sicilia, a Regalbuto, dove, fermatosi per riposare nel luogo dove ora sorge la chiesa dei cappuccini, avrebbe incontrato dei pastori disperati perché alcuni cani avevano sbranato un bambino; allora il Santo, richiamati i cani, si sarebbe fatto restituire da essi i resti del corpo del bambino a cui avrebbe ridonato la vita. Si dice che dopo il martirio le ossa di San Vito furono gettate nel fiume Sele, ma è molto probabile che sia stato seppellito accanto alla chiesa eburina di San Vito al Sele e questa ipotesi si consolida grazie ai vari ritrovamenti.
Le salme dei tre martiri sarebbero state in seguito sepolte dalla pia matrona Fiorenza in un luogo chiamato Marianus.
Nella città di Marigliano, in provincia di Napoli, identificata dagli studiosi con l'antico Marianus, presso la chiesa di San Vito, costruita su una basilica martiriale altomedievale e annessa, a partire dalla seconda metà del XV secolo, ad un convento francescano, è custodita la tomba del martire sigillata da un marmo, ricoperto un tempo da pietre preziose, sul quale è incisa la frase latina: HIC VITO MARTIRI SEPVLTVRA TRADITVR.
Presso il fiume Sele sorge un'antica chiesa dedicata al santo, nel luogo dove fu sepolto presso Eboli. Ancora oggi, presso il luogo del martirio indicato dalla tradizione, sorge la chiesa di San Vito al Sele.
Molti comuni della Valle del Sele (Caposele, Calabritto, Senerchia, Oliveto Citra, Colliano, ecc.) hanno, in memoria del martire, o conservano toponimi e luoghi di culto dedicati a san Vito, testimonianza del primitivo culto che Vito ebbe in queste zone e che poi si diffuse in tutta la Cristianità.
Alcune presunte reliquie sono custodite in un corpo cerato che raffigura il Santo, custodito presso la chiesa Collegiata di Sant'Ambrogio di Omegna (VB), racchiuso in un'urna e portato solennemente in processione l'ultimo sabato di agosto, giorno in cui il vescovo di Novara Bascapè portò devotamente le reliquie ad Omegna. Altre presunte reliquie del Santo sono custodite nell'omonima chiesa di Marola (SP): in entrambe i casi si tratta di "corpi santi" provenienti dalle catacombe romane.
Nella Chiesa Madre di Santo Stefano del Sole (AV) ove San Vito nè è il patrono, vengono conservate le reliquie del santo, e festeggiato solennemente, oltre che il 15 giugno, l'ultima domenica di agosto nel ricordo del giorno in cui vennero lì deposte, nel 1814.
Al racconto originario della passio del martire si aggiunsero con il passare degli anni varie leggende relative alle translationes delle sue reliquie in varie città e monasteri, e vari miracula che avrebbero avuto come protagonista Vito, leggende che contribuirono ad accrescere ulteriormente la sua fama.
Se è vero che per secoli la figura di san Vito ha alimentato ed esaltato la fede popolare – si pensi per esempio alla protezione per la quale veniva invocato, in modo particolare nella speranza di ottenere guarigione da patologie quali la Corea di Sydenham, una forma di encefalite nota come ballo di San Vito (in quanto può presentare postumi come tic, tremori, etc.), dall'idrofobia, da malattie degli occhi (in slavo la parola Vid = vista fu associata al suo nome, e in quelle terre il culto di san Vito pare avesse sostituito l'antico culto di Svetovit), dalla letargia, è altrettanto vero che la nascita del suo culto e la relativa tradizione agiografica non sono stati ancora studiati in maniera ampia e approfondita.
È venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica ed è un santo molto importante anche per la Chiesa ortodossa serba e quella bulgara. La sua ricorrenza è osservata nel giorno del 15 giugno del calendario gregoriano che corrisponde al 28 giugno del calendario giuliano.
San Vito è il patrono ed il protettore dei danzatori. Era assai venerato nel medioevo e fu inserito nel gruppo dei santi ausiliatori, santi verso i quali veniva invocata una intercessione in particolari e gravi circostanze e per ottenere guarigione da malattie particolari.
Il simbolo che lo rappresenta è la palma.
(SCN) « Santu Vitu Santu Vitu, iu tri voti vi lu dicu vi lu dicu pi su cani ca mi voli muzzicari attaccatici lu mussu cu nu muccaturi russu attaccatici lu sciancu cu nu muccaturi iancu! » |
(IT) « San Vito San Vito ve lo dico tre volte, ve lo dico per quel cane che vuole mordermi. Legategli il muso con un fazzoletto rosso, legategli le gambe con un fazzoletto bianco » |
(Preghiera tradizionale siciliana contro i morsi dei cani) |
(SCN) « E gridamu, e gridamu ccu cori cuntritu: viva Ddiu e Santu Vitu! » |
(IT) « E gridiamo, e gridiamo con cuore contrito: viva Dio e san Vito » |
A Gangi, paese delle Madonie, si narra che quando fu realizzata la statua di San Vito avvenne un fatto prodigioso. Infatti la statua venne commissionata dalla chiesa di Santa Maria di Gesù ma la stessa notte che fu riposta nella nicchia sparì. Fu ritrovata alla chiesa della Madre ma fu deciso di riportarla a Santa Maria. Ciò avvenne più volte, finché un mastro del popolo non decise di scolpire due cagnolini di legno e "attaccarli" alla statua. Fu così che la sacra immagine di San Vito restò fissa a Santa Maria in cui tutt'oggi possiamo ammirarla (leggenda raccolta in loco).
San Vito Martire viene festeggiato in modo speciale a Burgio, provincia di Agrigento; infatti i cittadini di questo piccolo paese sono divisi da secoli in due gruppi devozionali, rispettivamente per San Vito e per San Luca Evangelista. Queste due fazioni religiose, prima confraternite, ora associazioni cattoliche culturali, si contendono il primato di festeggiare la Risurrezione di Gesù nel giorno di Pasqua. È una gara caratteristica che culmina con due spettacoli pirotecnici, ricchissima di riti, gesti e tradizioni.
Nella comunità francoprovenzale di Celle di San Vito, in provincia di Foggia, San Vito viene festeggiato con la processione dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia, portati fino al Santuario di San Vito (altitudine 1030 metri), con relativa fiera del 15 giugno.
Molto caratteristici sono anche i festeggiamenti in suo onore che si tengono a Pagani, provincia di Salerno, nel rione di Barbazzano; i festeggiamenti cominciano il 15 giugno con la Santa Messa in onore del Santo, proseguono nei giorni successivi con una sagra di prodotti locali, e si chiudono la domenica con la processione della statua del Santo per il rione; la processione termina con la benedizione dei cani e una speciale "via crucis" che narra le tappe della vita di San Vito.
Viene festeggiato anche in un piccolo borgo di Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, Partignano, dove la fede per il santo è molto sentita ed è anche un vanto e orgoglio territoriale.
Anche a Monte Vidon Corrado per il 15 giugno si organizza una grande festa, dove da molti anni accorrono migliaia di persone da tutta la regione.
Molto caratteristica è la festa che si tiene il 15 giugno nei comuni di Ricigliano e di San Gregorio Magno, in provincia di Salerno. Nel corso della cosiddetta turniata, che una volta si celebrava in tutti i paesi delle valli del Sele e del Tanagro, i pastori ripetono gli ancestrali riti della benedictio super animalia e della circumambulatio, che traggono le loro lontanissime origini da un fertile humus di antichissime tradizioni precristiane, se non addirittura preistoriche.
San Vito è patrono dei seguenti comuni italiani:
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San Vito è, inoltre, il patrono della diocesi di Mazara, di Fiume in Croazia e a lui è dedicata la Cattedrale di San Vito a Praga.